FUTURES 2023: nuove narrative
19 luglio – 8 ottobre 2023
a cura di Giangavino Pazzola
In parallelo alla mostra dedicata a Dorothea Lange, dal 19 luglio all’8 ottobre, CAMERA propone nella Project Room la collettiva FUTURES 2023: nuove narrative, a cura di Giangavino Pazzola, curatore e coordinatore dei progetti di ricerca a CAMERA.
Il percorso espositivo include sei progetti di altrettanti artisti selezionati per il programma europeo di promozione e valorizzazione dei talenti emergenti FUTURES Photography, in cui CAMERA rappresenta l’Italia. Attraverso le fotografie realizzate da Andrea Camiolo (Leonforte, 1998), Nicola Di Giorgio (Palermo, 1994), Zoe Natale Mannella (Londra, 1997), Eleonora Roaro (Varese, 1989), Sara Scanderebech (Nardò, 1985), Alex Zoboli (Guastalla, 1990) la mostra esplora il tema della rappresentazione visiva della contemporaneità in oltre 50 scatti.
Attingendo a diverse pratiche di creazione fotografica, da quelle di riutilizzo di immagini e materiali di archivio fino a quelle che prevedono l’impiego di software e nuove tecnologie, i progetti presentati indagano non solo usi e costumi della società odierna, ma anche le nuove tendenze che attraversano il panorama della fotografia contemporanea. Quali nuove forme di narrare e leggere il mondo attraverso la fotografia? Cosa possiamo intravedere all’orizzonte grazie ad esse? Questi sono alcuni dei quesiti che i fotografi si sono posti nella loro ricerca visiva.
In Per un paesaggio possibile (2020), Andrea Camiolo analizza il territorio collinare siciliano restituendone poi diverse sue declinazioni possibili. Dall’immagine satellitare allo screenshot del codice sorgente di un file digitale, da una scansione di un negativo allo still life di piccole pietre, ogni immagine rivela un luogo sempre diverso e allo stesso tempo identico, evidenziando così le possibilità e i limiti della fotografia nel documentare il reale. Tali temi ritornano nell’opera Calcestruzzo (2020 – in corso) di Nicola Di Giorgio, un’analisi tanto personale quanto formale del paesaggio italiano odierno. Fotografie inedite e materiali d’archivio mescolati mostrano come il calcestruzzo sia diventato da un lato elemento strutturale dei maggiori capolavori architettonici realizzati dal periodo del boom economico ad oggi, mentre dall’altro sia sintomo della deriva speculativa che ha compromesso l’equilibrio tra la sfera del costruito e quella del naturale.
L’installazione di Zoe Natale Mannella si compone di opere provenienti da due serie di lavori: Taxidi (2018) e Underwater (2021). Usando il paesaggio marittimo come ambientazione principale dei propri scatti, declinati nella vita da spiaggia dentro e fuori dall’acqua, l’artista mette in risalto i temi dell’intimità e della sessualità attraverso la rappresentazione del corpo femminile. A partire da un’osservazione dei movimenti di autodeterminazione globale come Femen e No Bra, attraverso ritratti individuali e collettivi, il suo lavoro riflette sul concetto di libertà di espressione e sulla parità di genere attraverso la nudità del corpo. Dettagli e porzioni di corpi marini, terrestri, vegetali e macchine abitano invece l’installazione realizzata con le immagini lightbox in grande formato prelevate dall’archivio di Sara Scanderebech (2019 – in corso). Vedute ravvicinate di crudi di mare, di una coppia in intimità, della carcassa di un veicolo o di una pianta di bambù sono la chiave di accesso per una conoscenza ulteriore di ciò che ci circonda, un invito a soffermarci su parti del quotidiano per compiere l’esperienza profonda delle cose attraverso la fotografia.
Proseguendo la sua ricerca sull’archeologia del cinema, Eleonora Roaro presenta l’installazione audiovideo Cinema Statuto (2023), opera che si basa su una storia locale, ovvero la strage avvenuta nell’omonimo cinema di Torino in cui nel 1983 morirono per asfissia – a seguito di un incendio – 64 persone. Attingendo a materiali provenienti dalla Mediateca RAI e dai filmati dell’esperimento giudiziale conservato nell’Archivio del Tribunale di Torino, e integrandoli con un audio due canali, l’opera indaga il processo di ricostruzione della verità che si compie attraverso l’utilizzo della documentazione fotografica e video. Il percorso espositivo si chiude con Shine On (2019), progetto documentario di Alex Zoboli incentrato su un’altra storia locale dal carattere globale: la trasformazione dell’identità nazionale britannica a seguito del referendum Brexit, che ha determinato l’uscita del paese dall’Unione Europea. Un’analisi puntuale e approfondita della radicalizzazione sociale e politica in corso in Gran Bretagna che, tuttavia, è quotidianamente influenzata dagli stimoli del paesaggio mediale globale contemporaneo. Non solo cambiamenti ma anche paradossi e contraddizioni, che permeano e plasmano le comunità marginali britanniche.
FUTURES è cofinanziato dal Programma Europa Creativa dell’Unione Europea.